Casa Michelis - Tutta un'altra pasta

Rosso Michelis/Inalpi

Rosso Michelis/Inalpi
25 Luglio 2018 Elisa Meineri
La rivista

Ambrogio, Pierantonio e Vanni raccontano di una famiglia che da generazioni  sa come lavorare il latte: è del 1820 una lettera in cui il parroco di un paese in Valsassina ringrazia un Invernizzi per il buon stracchino che gli aveva regalato.

L’imperativo della tradizione, la passione per il territorio e l’autenticità dei sapori di un tempo non sono gli unici denominatori comuni che rendono prezioso l’incontro fra Inalpi e Michelis; per una bella combinazione, che stuzzicherebbe gli amanti dell’antroponimia, Egidio è, sia per i fratelli di Moretta, sia per quelli di Mondovì, il papà  che, con audacia e concretezza, ha trasformato una vocazione in solida attività imprenditoriale.

Matteo Torchio, il marketing manager di Inalpi, ci ha accompagnato a scoprire il circolo virtuoso dell’azienda e la filera del benessere, che non lascia nulla all’immaginazione.

La prima tappa ci ha spalancato le porte del caseificio di Peveragno a insegna “Latterie Alpine”, un trionfo di sapori del territorio, che, attraverso le parole di Elio, responsabile di stabilimento, consegna numeri e traguardi quotidiani al progetto che ha unito in una rara e innovativa collaborazione la realtà cooperativa di Piemonte Latte e quella industriale di Inalpi.

Si tratta di un’operazione che ha consentito di recuperare le eccellenze dell’ex  Caseificio Cooperativo Valle Josina: il Raschera, il Bra duro d’alpeggio , il Bra tenero e la Toma piemontese, formaggi DOP che conoscono il dialetto piemontese perché confezionati con il latte di piccole aziende delle sole provincie di Cuneo e Torino e che ora hanno  il marchio d’eccellenza Inalpi.

Le forme sono lì a stagionare, in un silenzio quasi musicale, su assi di legno d’abete che ricordano con la potenza evocativa delle radici, i vecchi caseifici artigiani. Una volta a settimana, manualmente, vengono girate ad una ad una e hanno tempi di “riposo” del tutto personalizzati, che vanno dai 30 giorni della Raschera DOP ai 180 del Bra Duro d’alpeggio.

La sensazione che ci resta, nel viaggio verso la prossima tappa, è di un’alchimia tramandata nel tempo, da quando i casari erano figure preziose nelle comunità rurali, un po’ fisici e un po’ maghi, con le mani irrobustite dal lavoro, ma delicate e sensibili per intuire al volo la qualità della cagliata, genitori premurosi che coccolavano il latte raccolto la sera, con un’attenta buonanotte.

La visita all’imponente struttura di Moretta, che con la nostra sede di via Vigevano condivide il rosso dell’insegna, ha confermato quanto promesso dal claim dell’azienda: la qualità è un diktat per la famiglia Invernizzi e l’iter per il prodotto “giusto, buono, sicuro” non risparmia controlli capillari, un protocollo di filiera all’interno dello spazio Alpino Piemontese e procedure rigorosissime.  

Matteo è stato un Virgilio sapiente ed entusiasta: abbiamo visitato ogni unità di produzione, senza filtri, con risposte precise e dettagliate ad ogni quesito.

La trasparenza nella comunicazione di Inalpi si traduce anche nell’attenzione ai più piccoli, futuri consumatori consapevoli, e prende forma nelle iniziative didattiche che ogni anno sono in calendario. Quale fil rouge più potente di questo? In cantiere abbiamo due progetti bellissimi, per i bimbi che verranno a trovarci al Salone del Gusto, a Torino e a Peccati di Gola, a Mondovì. Seguite l’evoluzione del rosso Michelis/Inalpi sui nostri social.

Per informazioni e iscrizioni: [email protected]

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