Negli ultimi anni si è sentito spesso parlare di “nuovi” cereali, benefici per la salute, da un sapore unico e genuino. In realtà già i nostri antenati li conoscevano, uno tra questi è il farro monococco.
Il suo nome originale è Triticum monococcum L.
Per chi non lo sapesse, di farro esistono ben tre specie differenti: farro piccolo (Triticum monococcum L.), farro medio (Triticum dicoccum), farro grande (Triticum spelta, la tipologia che si trova maggiormente nella grande distribuzione).
La varietà progenitrice è proprio il farro piccolo, monococco o Enkir e in quanto tale possiede caratteristiche uniche nel suo genere. Prime tra tutte sono la difficoltà nel coltivarlo e nel lavorarlo, proprio come se non fosse possibile “copiarlo”.
Dal punto di vista nutrizionale, è doveroso precisare che è un cereale contente glutine, non adatto quindi alle persone celiache, ma un glutine “diverso” e molto più digeribile rispetto a quello presente nel comune frumento.
Inoltre possiede un notevole quantitativo di carotenoidi (pigmenti vegetali da cui deriva la vitamina A, indispensabile per pelle e vista), lipidi “buoni” monoinsaturi e proteine.
Ultima precisazione da fare: se si consuma il cereale in chicco, è consigliato l’utilizzo in versione integrale, per poter beneficiare di tutte le sostanze nutritive presenti e della benefica fibra utile come nutrimento per il nostro microbiota.
Ma ora veniamo a noi, anzi ai fornelli, come lo utilizziamo in cucina?
- Sotto forma di chicco in insalate fredde d’estate con pomodorini, legumi ed erbe aromatiche come basilico, menta o timo
- All’interno di zuppe e minestroni in alternativa alla classica pastina (ottimo l’abbinamento con vellutata di zucca, pecorino e rosmarino)
- Sotto forma di farina nella preparazione di crostate ma anche torte salate (basterà unire farina, acqua, olio evo e poco sale per avere una base versatile per tutte le vostre preparazioni!)
❤️ Grazie per le foto a @aboutgarden e @lorsoincucina