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L’italia è promossa in alimentazione sostenibile, ma non a pieni voti.

L’italia è promossa in alimentazione sostenibile, ma non a pieni voti.
3 Ottobre 2017 Elisa Meineri
La rivista

L’alimentazione di qualità in Italia è un’obiettivo concreto. La fotografia scattata dal Rapporto 2017 dell’Asvis (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile) ci restituisce una nazione in cui cresce la produzione e aumentano i posti di lavoro. La nota dolente è ancora l’evasione fiscale e urge una maggiore concentrazione sui diritti dei lavoratori, ma il miglioramento è netto rispetto al 2015.
La raccomandazione è chiara: “entro il 2030, bisogna raddoppiare la produttività agricola e il reddito dei produttori di alimenti su piccola scala, in particolare le donne, le popolazioni indigene, le famiglie di agricoltori, pastori e pescatori, anche attraverso l’accesso sicuro e giusto alla terra, alla conoscenza, ai servizi finanziari… applicare pratiche agricole che aiutino a conservare gli ecosistemi, che rafforzino la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici, alle condizioni meteorologiche estreme, alla siccità, alle inondazioni e agli altri disastri, e che migliorino progressivamente il terreno e la qualità del suolo”.

Meno generoso è il giudizio sulla validità dell’equazione regime alimentare italiano =  dieta mediterranea, che, se rispettata, garantirebbe all’alimentazione un basso impatto ambientale e sanitario . “Un confronto tra il triennio 1990-1992 e quello 2009 -2011 evidenzia un peggioramento della situazione in Italia, a testimonianza di un’evidente e negativa omologazione dei regimi alimentari, agevolata da un più facile accesso a cibi trasformati, zuccheri e grassi raffinati, e degli stili di consumo improntati a un aumento dei pasti fuori casa e all’utilizzazione di cibi pre-confezionati”. Il rapporto Asvis suggerisce, quindi, la priorità di orientare i consumatori a modelli alimentari e stili di vita più sani, potenziando l’educazione alimentare, a partire dall’infanzia.

Una soluzione per avvicinare i bambini al cibo sano potrebbe essere quella di rispolverare le tradizioni di famiglia, che parlano il dialetto delle regioni italiane e significano territorialità, sostenibilità e tutela della memoria.

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